"Molino si cimenta nell’arduo tentativo di spezzare il silenzio della tela e di costruire un faticoso quanto significativo avamposto linguistico “per raggiungere il bagliore fugace di un remoto senza tempo” da cui la tela, che noi crediamo di osservare, ci osserva e ci parla" (Claudio Amicantonio, articolo su La Città di Teramo)