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TRA ETICA ED ESTETICA, DOVE SI NASCONDE LA BELLEZZA

La recensione di Anthony Molino, psicoanalista e saggista, al libro di Benedetta e Vittorio Cei

La copertina del libro
Anthony Molino

La prima bellezza di questo libro è nella sua genesi, nella sua concezione di anni. Quanti genitori, oggigiorno, sono davvero capaci di dialogare con i figli? E quanti dialoghi hanno la forza e al contempo la pazienza, a volte ondivaghe, a volte propulsive e di profonda comunicazione, atre ancora silenti, di crescere e misurarsi negli anni con i cambiamenti e la crescita del proprio interlocutore? Vittorio Cei, psichiatra e psicoterapeuta, esperto di processi creativi, e la figlia Benedetta, giovane psicologa impegnata a ridefinire per e con i suoi pazienti l’impatto, spesso deformante, degli odierni canoni di bellezza, esplorano assieme in questo libro, che chiamerei spazioso, una varietà di temi che riflettono non solo gli interessi professionali dei dialoganti, ma aspetti anche intimi, familiari e professionali, della loro storia di padre e figlia.

“Concepito”, quindi, nel lungo arco degli anni che vanno dall’infanzia di Benedetta al suo ingresso nel mondo professionale prescelto, e scritto a distanza, a quattro mani, negli anni terribili della pandemia, il libro è un compendio di fruttuosi dialoghi che hanno, almeno per questo lettore, un filo conduttore:

il rapporto intrinseco, purtroppo smarrito in questa nostra era iper-tecnologica (dove impera una soffocante proliferazione dell’immagine a discapito di una autenticità esistenziale e esperienziale), tra etica e estetica.

Il libro dei dottori Cei, padre e figlia, si prefigge l’arduo compito di sensibilizzare il lettore alle molteplici distorsioni di una ideologia contemporanea che, nel suo promulgare l’equazione bellezza=valore, annovera fra le sue vittime valori autentici quali il coraggio, la verità, e la bellezza insita nella dimensione intersoggettiva della relazione, parola cardine dell’excursus tematico di questa indagine. Sembra di sentire, per tutto il libro, nella voce suadente del cantautore brasiliano Toquinho, le parole del poeta suo conterraneo Vinicius de Moraes: “La vita, amico, è l’arte dell’incontro”. E già nel titolo del libro, Dove si nasconde la bellezza, si annida l’invito all’incontro, alla relazione, non solo con le persone (che spesso riduciamo alla loro esteriorità) ma con gli aspetti minimali della vita: con la natura, con le nostre abitudini, con gli angoli ignorati o svalutati della nostra quotidianità, col nostro stesso respiro.

In questo senso, pur senza sconfinare in ambiti che eccedono i presupposti e i propositi della loro ricerca, il libro profuma delle scoperte della fisica contemporanea, dove da decenni, oramai, si sa che tutto è relazione; e di certa filosofia e psicologia orientale, che con la pratica della mindfulness, germoglio clinico del buddismo che fa perno sulla meditazione atta alla riscoperta – proprio come il libro – della bellezza nei singoli e più piccoli momenti e movimenti della vita, solo apparentemente banali. A differenza, però, di tale scuola, Dove si nasconde la bellezza – che già nell’introduzione cita due film italiani vincitori del premio Oscar, La vita è bella di Roberto Benigni e La grande bellezza di Paolo Sorrentino – si anima di una sensibilità tutta mediterranea, di una luce che filtra in una lezione di vita per niente pedante, ma genuina e vibrante, nata in famiglia come il dialogo che lega i due autori.

Dr. Anthony Molino, psicoanalista e saggista

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