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Nuova recensione per “Aggredior Virus” sul blog Variazioni

Dal blog Variazioni, ” Variazioni libere per leggere, capire, viaggiare, ascoltare, dimenticarsi, perdere la strada, fare e disfare…”:

“L’autore di Aggredior virus […], pur senza ergersi da pulpiti, si presenta come uno studioso attorniato dalla sua ‘caverna’ di saperi mentre spiega nel modo più chiaro possibile la distopia nella quale ci siamo trovati a vivere da un giorno all’altro e che ha desertificato le strade lasciandoci come organismi primari a poter comprare un po’ di cibo e quel poco altro ‘utile’, deciso da altri, ad una risibile sopravvivenza. “


Qualche impressione su Aggredior Virus presentato come un instant book, che esce solo in versione digitale per ora (a chi lo acquista sono offerti anche i futuri aggiornamenti) e che sembra avrà anche una versione cartacea più esaustiva e sfaccettata di come già si presenta. Per il tema trattato dovrebbe essere fruito al più presto dal più ampio pubblico, il coronavirus è attualità, anche se scorrendo l’utile e ricca bibliografia acclusa, i lettori s’accorgeranno che si parla di pandemie da un pezzo: o per storicizzarne i corsi e ricorsi ma anche perché alcuni testi come Spillover, del divulgatore scientifico statunitense David Quammen, hanno avuto la loro risonanza mostrando il peso dell’impronta ecologica del ‘dannoso’ protagonista dell’antropocene: l’uomo. Il quadro pandemico e infodemico (della troppa pseudo informazione contraddittoria e dannosa) però, oltre l’attualità, l’autore Claudio Comandini lo dipinge all’interno d’una cornice a lui ed ai suoi lettori ben nota: tenere in gran conto la storia, anche quella dell’arte (libro muto solo per chi ne ignora i linguaggi e l’importanza comunicativa di poteri e saperi demandata a questa); della filosofia antica e contemporanea; della politica (Partita a scacchi in Europa è un capitolo che intreccia politiche e visioni transnazionali in modo mirabile); della grande tradizione cattolica apostolica, romana, che a guardarla da credenti o ‘solo’ da studiosi (ovvero nata quale impianto culturale umano nell’immanenza) è comunque una memoria ricca di riferimenti e riti che informano il nostro quotidiano anche quando li ignoriamo volutamente (o ne ignoriamo i significati) come si racconta in Icone della salute e Il cane di San Rocco. L’autore approfondisce le scelte iconiche di Papa Francesco per una Pasqua 2020 che il Pontefice già sapeva ‘solitaria’ e mediatica. Il ricordo di piazza San Pietro sotto l’acqua incessante, il Cristo della chiesa di San Marcello al Corso grondante acqua, il blu serale di via della Conciliazione quasi deserta, sono immagini indimenticabili che hanno già scritto la storia, e nel testo si vagliano al microscopio le scelte simboliche operate dal Papa che fa della conoscenza della tradizione uno strumento di forte evocazione e richiesta d’aiuto celeste.

L’ignoranza (la non conoscenza pure del territorio in cui nasciamo e viviamo per non parlare del resto) è un male che spesso impedisce di leggere quei segni che pure scorrono sotto gli occhi o di dipanarne i significati per l’eccessiva ed imprecisa mole d’informazione contrastante. L’autore di Aggredior virus, nel video che accompagna il titolo (regia della videoartista Agata Chiusano) pur senza ergersi da pulpiti, si presenta come uno studioso attorniato dalla sua ‘caverna’ di saperi mentre spiega nel modo più chiaro possibile la distopia nella quale ci siamo trovati a vivere da un giorno all’altro e che ha desertificato le strade lasciandoci come organismi primari a poter comprare un po’ di cibo e quel poco altro ‘utile’, deciso da altri, ad una risibile sopravvivenza. Ancora cornice che va gradualmente ad assestarsi attorno al quadro (mosaico, affresco?) nel quale ‘accidentalmente’ s’è inserito il covid-19 che pur infinitesimo vivente ‘infame’, essendosi palesato in maniera tanto drammatica nello scontro con l’essere umano, pare voler mantenere il suo diritto ad esistere. Non raccontiamo cosa c’è nel libro, perché fini ed attente esposizioni ci portano indietro ed avanti nel tempo in questa nostra Europa davvero ricca di paesaggi culturali.

Che noi siamo solo la parte, piuttosto  ingombrante, d’una rete di esseri viventi e forze del mondo con le quali sempre troppo tardi ci metteremo in comunicazione alla pari, lo ripetono studiosi con attenzione diversa ad una nuova fase della ecologia profonda come il sociologo Massimo Di Felice (che sviluppa per anni la sua sensibilità ai temi presso l’università di San Paolo del Brasile): «Attraverso la connessione generalizzata oggi noi abbiamo un dialogo continuo con la foresta amazzonica, con gli oceani, con i ghiacciai (…) abbiamo acquisito una nuova forma di sensorialità che si estende a tutta la biosfera e questo è un processo legato alle forme nuove di digitalizzazione». (intervista rilasciata a Il blog delle stelle – 2019); perché come afferma lo scrittore spagnolo Paul B. Preciado: «La mutazione in corso potrebbe anche essere il passaggio da un regime patriarcal-coloniale ed estrattivista, da una società antropocentrica e in cui una piccola parte della comunità umana planetaria si permette di esercitare una politica di predazione universale, a una società capace di ridistribuire l’energia e la sovranità». Le lezioni del virus su Internazionale n. 1356 – anno 27, 30 apr/7mag 2020.

Altri elementi interessanti del testo di Comandini, il ricorso alla consultazione della filosofia della mutazione propria dell’oracolistica orientale (cinese); i tratti poetici d’un linguaggio che a momenti abbandona la trattazione filosofica dimostrando un’affezione per l’umano che s’esplicita in una necessaria pietas per la condivisa condizione di viventi: anche dove questi non sono ‘buoni’, dove non possono esserlo sempre (Scienza del male).

Fonte: variazioni286450722.wordpress.com

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