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Intervista a Giovanni Liberato su LaNotizia.Net

Su www.lanotizia.net, Cristiano Vignali intervista Giovanni Liberato, autore de “La via celeste – Il filo rosso del destino”. Di seguito l’articolo:

CHIETI – Abbiamo intervistato lo scrittore teatino Giovanni Liberato che dopo aver già scritto un libro sulla storia della sua città, Chieti, intitolato “Chieti nella Storia” (Mondo Nuovo” – 2018), questa volta ha pubblicato con la stessa casa editrice pescarese un nuovo volume “La Via Celeste” che a partire dalla storia di Pietro da Morrone (Celestino V) si espande all’analisi dei grandi avvenimenti.

1) Ci parli brevemente del suo libro “La Via Celeste”, edito dalla “Mondo Nuovo” di Pescara…
“La mia opera è un saggio storico sulla formazione dello spirito europeo ed occidentale seguendo il filone principale del monachesimo, inteso come “refugium sapientiae” della cultura antica, ebraico – cristiana”.

2) Come si sviluppa il libro?
“È un racconto che si sviluppa cronologicamente a partire dal deserto roccioso della Giudea; nel monastero di Qumran (in Giudea vicino al Mar Morto) inizia secondo la mia ricostruzione l’ascesi dell’esperienza monacale. Il discorso si dipana in Europa attraverso le indicazioni della Chiesa di Roma. In più capitoli è riportata l’esperienza del Cristianesimo Celtico dei Santi Palladio, Patrizio, Albeo, Colomba e Colombano. Mi piace sottolineare anche l’importanza dell’elemento femminile in Santa Brigida d’Irlanda, erede di San Patrizio che fonderà il Monastero di Kildare, dove saranno signori i Geraldini che daranno vita alla famiglia dei Kennedy. Mi piace anche ricordare Burgundofara, scelta da Colombano per fondare il monastero celtico di Evoriac in Francia che nel nome traduce il latino Eboriacum, antico nome di York in Inghilterra; la connessione anglo – francese resterà viva nel corso dei secoli fino alla formazione degli Usa”.

3) Nella sua opera, dedica una parte ai viaggi precolombiani nel nuovo continente americano, perché?
“Sotto indicazione della Chiesa di Roma ho ricostruito i viaggi di San Brendano nel VI secolo che insieme a dei confratelli nei suoi itinerari descrive i paesaggi dai ghiacci del Canada alle spiagge Caraibiche. Lungo questo viaggio ci sono numerosi episodi simbolici tra i quali l’incontro col vegliardo del monastero del silenzio sull’isola della famiglia di Alba che rappresenta il nuovo continente, perché ciò che è bianco è il filo conduttore che connette il Cristianesimo europeo con la rivendicazione all’Europa dell’America. Per maggiore intelligenza del lettore faccio un esempio esplicativo con un parallelismo fra Albione (Inghilterra) e Albany, capitale dello Stato di New York, del resto la Casa Bianca ha questo nome. Inoltre, nelle saghe islandesi, il nuovo continente raggiunto dai vichinghi, è detto “Terra degli uomini bianchi”.

4) Perché “La Via Celeste”? Un collegamento con Celestino V?
“Certamente, l’idea iniziale era quella di scrivere una biografia su Pietro da Morrone, ma poi mi sono accorto che il tutto era parte di una trama più ampia con l’Abruzzo al centro e le sue montagne ricche di eremi alla maniera dei pueblos dell’Arizona, con la fondazione della città de L’Aquila e anche le vicende del territorio teatino e marrucino; ultime ma non ultime le due perdonanze per Collemaggio e San Giustino”.

Fonte: Cristiano Vignali – LaNotizia.net

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