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C’ERANO UNA VOLTA I TIFOSI – ECO DELLO SPORT

C’ERANO UNA VOLTA I TIFOSI

Un libro, un’analisi, considerazioni sul calcio che verrà

Intervista ad Alessio Postiglione su Ecodellosport.ch

“Il calcio è lo sport più popolare che esiste. È solo in apparenza un passatempo, in realtà è un rito sociale. Rappresenta in maniera simbolica lo scontro. È in grado di mobilitare le masse in maniera sensazionale. Uno strumento che la politica utilizza. Noi parliamo di un soft power”.

Alessio Postiglione per Ecodellosport.ch

Alessio Postiglione è un giornalista professionista, ha collaborato per testate come “la Repubblica”, “Huffington Post Italia” e altre ancora. È un docente di comunicazione politica, settore dove ha, inoltre, maturato una significativa esperienza a livello governativo e regionale. Ha dato alle stampe, nel corso del 2021, con Narcis Pallarès-Domènech e Valerio Mancini un libro molto interessante: “Calcio & geopolitica. Come e perché i paesi e le potenze usano il calcio per il loro interessi geopolitici”.

Qual è l’importanza dello sport nella nostra società?

“Esprime un bisogno atavico: il controllo dello spazio e del territorio. Genera uno spirito identitario nelle persone. La squadra, la competizione costituiscono un fatto sociale che unisce e coinvolge, fa nascere uno spirito nazionale”.

E del calcio?

“Il calcio è lo sport più popolare che esiste. È solo in apparenza un passatempo, in realtà è un rito sociale. Rappresenta in maniera simbolica lo scontro. È in grado di mobilitare le masse in maniera sensazionale. Uno strumento che la politica utilizza. Noi parliamo di un soft power”.

Ci spieghi il concetto.

“È il potere che non si mostra con la forza, con lo scettro del comando. Il calcio è uno straordinario veicolo di comunicazione, capace di raggiungere la testa e il cuore degli individui. È un’industria culturale che non ha pari. Attrae le masse e ogni tipo di classe sociale”.

Chi è interessato al football?

“Tutti. Riflette il confronto-scontro che si può osservare sul piano mondiale. Parafrasando von Clausewitz è la continuazione della politica con altri mezzi. Suscita l’interesse: degli Stati Uniti, che attraverso i fondi acquistano sempre più squadre; degli arabi; della stessa Cina, che punta a organizzare un Mondiale prossimamente”.

Che cos’era la Superlega?

“Il calcio sta passando dall’essere un rito collettivo a spettacolo individuale. Non si vuole più un tifoso, ma uno spettatore consumatore. Lo stadio non è più considerato il “tempio” dove si manifesta la propria “fede” ma un centro commerciale. La Superlega voleva rappresentare lo spirito del tempo: sviluppo di un marchio famoso, per aumentare i ricavi; ricerca di un pubblico elitario a detrimento della passione popolare e locale”.

Quale scenario prevede?

“I grandi club sono attrattivi, i loro brand hanno un notevole impatto in termini di popolarità. Il mitico “patron” ha fatto il suo tempo. E tuttavia molti tifosi non sono d’accordo ed esprimono la loro contrarietà verso il “calcio moderno”. Insomma, stiamo assistendo a una fase molto delicata e in evoluzione”.

(Fonte: Ecodellosport.ch, intervista a cura di Angelo Lungo, 22/01/2022)

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