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L’America vichinga

L’AMERICA VICHINGA

di Giovanni Liberato

(10/03/2021)

Le saghe islandesi dei secoli XII e XIII hanno raccontato i viaggi verso le Americhe: in larga parte anonime e ritenute narrazioni fantastiche, oggi sappiamo che hanno un fondo storico racchiuso in atmosfere mitologiche.

Il miracolo letterario della piccola isola di ghiaccio ha magnificato le gesta leggendarie di uno e tanti popoli, da noi posteri raggruppati nella comune immagine dei Norreni (“Uomini del Nord”) e dei Vichinghi (“Uomini dei Fiordi”), dal termine “vik” che indica l’insenatura tipica delle coste settentrionali dell’Europa. Genti di certo legate alle proprie terre e al proprio vic(olo), ma aperte allo spirito avventuriero.

L’epopea ha in Leif detto Heppni (“il Fortunato”), figlio di Erik il Rosso, l’eletto che ricevette l’incarico di esplorare il nuovo mondo da parte di Olaf Tryggvason, cattolico re di Norvegia convertitosi al Cristo nel 991. L’ordine proveniva da Roma. Leif sposerà la principessa Thorgunna delle Ebridi nel 999 e l’assemblea del popolo islandese abbraccerà infine il Cristianesimo, sulla falsariga della decisione dei druidi irlandesi risalente al 441, quando San Patrizio scacciò i serpenti dalla verde isola, una volta asceso al sacro monte della contea celeste del Mayo (il Croagh Patrick).

Nel 1075, i racconti del nuovo mondo erano già storia grazie all’inchiostro di Adamo da Brema: nella sua “Descriptio insularum Aquilonis” delineava paesaggi artici e un luogo scoperto più volte…, chiamato Winland, ove cresceva la vite selvatica; lo aveva istruito un protagonista diretto, tale Thorfinn, secondo marito di Gudrid Thorbjarnardottir, la quale darà alla luce il primo europeo d’America poco dopo il Mille: Snorri Thorfinnsson. In prime nozze, Gudrid aveva sposato un fratello di Leif. In Islanda, madre e figlio sono degnamente ricordati con una statua intitolata “First white mother in America”. La discendenza darà tre vescovi islandesi.

Lei chiuderà la sua esistenza come eremita in patria, al ritorno da un viaggio “verso sud” che il buon lettore è di certo in grado di decifrare.

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