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NON DIRMI CHE TI PIACE BARICCO: la recensione di Storie a Catinelle

“La prosa combatte continuamente con la poesia, strizzando l’occhio alla filastrocca”

Niccolò Cortini su Storie a Catinelle


“Non dirmi che ti piace Baricco” (Edizioni Mondo Nuovo, 2021) è il secondo libro di Paolo Dal Canto. L’autore ha già pubblicato con la stessa casa editrice la raccolta “L’uomo livella e altri racconti”.

Tra maniachini e dialogoal

“Non dirmi che ti piace Baricco” si compone di 34 racconti di lunghezza variabile, raggruppati secondo cinque linee tematiche (“Per cominciare”, “Di giochi e altre nefandezze”, “Sesso e ossessioni”, “Donne, gonne e altri delitti”, “Reparto Covid”). Viste la vastità e la disomogeneità dei temi trattati, siamo di fronte più che a una raccolta di racconti a cinque raccolte di racconti. Non male. Prendi cinque, paghi uno. Il tenore generale dei racconti è ironico e divertente, partendo da una base quasi sempre surreale e spesso assurda. Alcuni racconti, tuttavia, hanno toni crudi e respingenti, quasi alla Palahniuk, mentre altri si tingono di rosso, assumendo un gusto decisamente erotico. In ogni caso, i problemi e l’idea alla base dei racconti affondano sempre le radici nel quotidiano, lasciando intravedere quasi l’ispirazione che ha guidato la penna dell’autore.

I suoi racconti, nel vento

Dal Canto ha una prosa molto particolare, ritmata e calante, con tratti quasi rap. Fa ampio uso del flusso di coscienza, nell’ambito di uno stile inedito, a metà strada fra Veronesi, Saramago e Salmo.

«Mi dissanguo, anemico

Nemico

Mangio, divoro, bulimico

Vomito e smerdo, anoressico

Ano e lessico

Lesbico, omesessualico, culo in culo, fanculo

Sesso e sballo, cardiopatico

Paura, no, di morire, lasciatemi andare

Assisto

Al mio suicidio assistito

Chi assiste esiste

Assisto ergo sum».

La prosa combatte continuamente con la poesia, strizzando l’occhio alla filastrocca.

«Ed è sempre più stanco, sempre più bianco, come ogni foglio, sul banco, sul banco di scuola, lo schiaffo della suora, mancino maledetto, senza cena vai a letto».

A chi non piace Baricco?

La prosa riconoscibile e lo stile maturo rendono sicuramente godibile la raccolta, che, al netto di qualche riflessione forse un po’ fuori contesto, affronta temi attuali e fa increspare le labbra in un sorriso. Il lettore può rimanere spiazzato dalla eterogeneità dei racconti, anche se proprio la complessità della raccolta consente di apprezzare la versatilità dell’autore e, come sembra, l’evoluzione del suo stile. Racconti più “tradizionali” e dolci si alternano a storie strazianti e disturbanti, inframmezzate da narrazioni originali e divertenti. Così, accanto allo strappalacrime “Tua madre è una sirena”, troviamo “La bambola gonfiabile”, ma anche la storia di un uomo che voleva contarsi le ossa (non ci sarebbe nulla di strano, se non fosse che vuole toccare con mano tutte le 206 ossa che compongono il suo scheletro).

Insomma, ce n’è per tutti i gusti.

Parlando di gusti, tra l’altro, a me Baricco non dispiace.

E poi non avevo mai letto un racconto scritto da un vibratore con la punta in titanio.

Tingle Tingle…

Recensione di Niccolò Cortini su www.storieacatinelle.com


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